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1453: la caduta di Costantinopoli, preannunciata da tempo, è avvertita come una cesura netta e definitiva. Ora che davvero 'Roma' non c'è più, uomini e donne geniali e appassionati si mobilitano, a caccia di manoscritti o osservando con occhi nuovi i resti archeologici greci e romani, per ristabilire il contatto fisico con un passato che è a rischio di un definitivo inabissamento. Così il trauma della perdita si ribalta nel trauma positivo di una nascita: 'rinascimento' - un mundus imaginalis popolato da fantasmi che provocano l'antico a rifiorire nel presente. Riemersioni e reinvenzioni di frammenti di memoria, giocati in un libero intreccio di concetti e di forme: in un'età ancora libera dalla tirannide del classicismo, non conta l'algida e letteralistica restaurazione dell'antico, ma l'innesco vivo di una nuova narrazione.